Aladina

UNA MOKA DA MAESTRI

Molto più di un pack. Bellissimo si ispira alla cultura visiva del grande design italiano per realizzare l’immagine della moka Lavazza creata da Cino Zucchi, architetto di notorietà internazionale.

Bellissimo cura il mondo visivo attorno ad Aladina, la caffettiera Lavazza disegnata da Cino Zucchi, già progettista della sede del brand a Torino, la Nuvola. Il design della moka si basa sulla forma di due tazzine sovrapposte, idea di grande semplicità e forza iconica, a cui si unisce un curioso manico dalle linee ricurve. Il nome è suggerito dal profilo del coperchio visto dall’alto, simile a quello della celebre lampada, e si ricollega al trend lanciato dalla Carmencita di Marco Zanuso, altro nome al femminile e dal fascino esotico.

Il progetto di Bellissimo non può che partire proprio da qui, dal nome e dal design del prodotto. La grafica scompone e ricompone i singoli elementi della caffettiera: le forme piene e i loro colori accesi generano un codice visivo semplice e piacevole, le linee del manico si trasformano nella “d” del lettering. È un linguaggio che si rifà all’immaginario visivo legato ai maestri del design italiano del Novecento — su tutti, Bruno Munari e Massimo Vignelli.

Ai miei occhi contiene forti risonanze con una peculiare “via italiana alla grafica” incarnata dalla storia dei manifesti Olivetti o da pubblicità memorabili del secondo dopoguerra, capaci di addolcire il rigore “svizzero” delle forme semplici e dei colori primari con collage arguti e testi giocosi.

Cino Zucchi, architetto e designer

Nella campagna di lancio, il riferimento al genio di Le mille e una notte si manifesta nella gestualità delle mani dipinte di blu che interagiscono con la moka. Qui il desiderio è un desiderio quotidiano: un buon caffè, e Aladina lo può fare avverare infinite volte. Per rispecchiare il carattere favolistico che aleggia attorno al nome, Bellissimo completa il racconto con una serie di brevi composizioni in rima che parlano dei sensi e del loro rapporto con il caffè della moka, con un linguaggio sognante da filastrocca.

Ma avete fatto tutto ciò senza nostalgia, anzi incarnando i valori di una contemporaneità capace di accogliere al suo interno la storia antica e prossima a una cultura materiale in continuo mutamento. E, cosa non scontata, il logo è bellissimo!

Cino Zucchi, architetto e designer